Dieci lezioni sui classici by Piero Boitani;

Dieci lezioni sui classici by Piero Boitani;

autore:Piero, Boitani; [Boitani, Piero ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Biblioteca paperbacks
ISBN: 9788815366399
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00


Discutere se la civiltà umana sia nata per elargizione e impulso divini o per le qualità insite nell’uomo stesso non è ozioso: significa interrogarsi sulla totale dipendenza, o autonomia, del genere umano e dare una risposta mitico-religiosa o scientifica ai problemi sul Principio che assillano gli umani. Principio che, bisognerà notare, sta a metà tra quello «materiale» che del cosmo ricercano, come si è visto, i pensatori presocratici, e quello assoluto, metafisico appunto, della sapienza che indagherà Aristotele. Non c’è, nelle ricostruzioni di questo processo appena menzionate, alcun accenno alla meraviglia che desta le domande dell’umanità fanciulla e la spinge a «filosofare» – nemmeno nel Platone del Protagora che pure nel Teeteto aveva sostenuto la filosofia provenire dalla meraviglia, e neppure in quell’Anassagora così appassionato di ricerca e contemplazione delle stelle. In realtà, quel che i Greci fondano in questo campo è una antropologia storica di grande respiro e spessore, che ha parecchi punti di contatto con quella costruita dai moderni.

Di questa vicenda, il Prometeo di Eschilo offre una versione mitica e poetica di grande potenza evocativa. La stessa figura del Titano incatenato, che si lamenta e protesta violentemente contro l’arbitrio di Zeus, è divenuta un’icona dell’immaginazione. Prometeo compiange unicamente il fratello Atlante, condannato a sostenere sulle spalle, ritto in piedi nell’estremo Occidente, la colonna del cielo e della terra; e il mostro Tifeo, che contro tutti gli dèi si è ribellato ed è stato schiacciato sotto l’Etna. Ribelle all’ordine olimpico, Prometeo è un eroe della conoscenza: egli «pensa prima» (tale il significato del nome), sa lanciare la mente in avanti, pre-vedere. Il giorno verrà, riconosce, nel quale sarà liberato. Eppure egli sa che questo momento non è ancora giunto, che la móira che «porta tutto a compiersi» non lo vuole, per ora: che l’arte, la téchne della quale egli è il campione, è più «debole» dell’anánche, della Necessità. Contro il muro invalicabile del destino a nulla vale l’ingegno, e contro di esso nulla può neppure la forza immensa di Zeus. Tra pochissimo vedremo la dimostrazione dell’impotenza dell’ingegno nelle vicende di Edipo, ma è forse opportuno fermarsi un attimo a considerare quale tipo di conoscenza umana sia possibile per un poeta tragico come Eschilo.

Lo scopriamo leggendo l’Agamennone, il primo dei tre drammi che compongono l’Orestea. Nell’Agamennone il Coro eleva a un certo punto il celebre Inno a Zeus, nel quale la divinità suprema del pantheon greco viene invocata con il suo nome solamente per indicare il Dio più alto e potente del mondo:

Zeus, chiunque egli sia, se è questo il nome

con cui gli è caro essere invocato,

così a lui mi rivolgo: nulla trovo cui compararlo,

pur tutto attentamente vagliando,

tranne Zeus, se veramente si deve gettar via

il vano peso dal proprio pensiero.

[…]

Ma chi a Zeus con gioia leva il grido epinicio

coglierà pienamente la saggezza –

a Zeus che ha avviato i mortali

a essere saggi, che ha posto come valida legge

«saggezza attraverso la sofferenza».

Invece del sonno [oppure: «anche nel sonno»] stilla davanti al cuore

un’angoscia memore di dolori:

anche a chi non vuole arriva la saggezza.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.